Il ciclo del progresso – Il documentario


“Il ciclo del progresso” (titolo originale: “Period. End of Sentence.”) è un documentario del 2019 diretto da Rayka Zehtabchi che racconta il progetto di produzione di assorbenti di alcune donne indiane.

La narrazione si apre con alcune interviste a giovani donne e ragazze di un villaggio rurale nei pressi di Delhi che, con molta incertezza, raccontano ciò che sanno sul ciclo mestruale e come lo gestiscono. La gestione di questo fenomeno fisiologico è in realtà molto complessa sia dal lato culturale che pratico. Se da una parte le mestruazioni sono ad esempio un impedimento per poter pregare al tempio perché rendono la donna “sporca”, dall’altro sono anche un limite nella vita quotidiana. Una ragazza in particolare, durante le interviste, racconta di come l’arrivo del ciclo mestruale l’abbia portata a lasciare la scuola perché, usando degli stracci come assorbenti, non riusciva a gestire i cambi.

Ciò che traspare in modo chiaro da tutte le testimonianze è che le mestruazioni sono un tabù, spesso anche tra le donne stesse.

Le prospettive si aprono a nuove possibilità quando, grazie a una raccolta fondi di alcuni studenti di Los Angeles, al villaggio viene installata una macchina, ideata da Arunachalam Muruganatham, per produrre assorbenti low cost efficaci e funzionali.

Un gruppo di donne inizia quindi a lavorare alla produzione, pur sapendo che non sarà facile diffondere l’utilizzo del prodotto. Al tempo della produzione, infatti, solo il 10% delle donne indiane utilizzava regolarmente assorbenti.

Il nome del prodotto è stato scelto come buon auspicio: Fly. Come spiega una delle donne produttrici “abbiamo lavorato per le donne, quindi vogliamo che le donne possano volare.

Questo breve documentario, premiato come miglior cortometraggio documentario agli Oscar 2019, mi ha colpito molto.
Apre uno scorcio su un tema “nascosto” a cui è facile non pensare ma che è invece cruciale per la qualità della vita: poter vivere e gestire il proprio ciclo mestruale in modo igienico, sano, pratico e consapevole è fondamentale per il benessere della donna.

Mi ha inoltre toccato vedere come il progetto, oltre a fornire un aiuto pratico alle donne, è stato un primo piccolo passo verso la rottura di un tabù che circondava un tema che è invece completamente naturale. Come se questo non fosse già estremamente prezioso, un altro aspetto potentissimo del progetto è che ha dato lavoro a tante donne che prima di allora non avevano lavorato e quindi non avevano mai avuto un’indipendenza economica.
Una donna ad esempio racconta che con il suo stipendio ha potuto comprare dei vestiti, un’altra che vorrà iscriversi all’accademia di polizia, un’altra ancora – con un commento dolceamaro – che grazie al lavoro è riuscita a guadagnarsi il rispetto del marito.

Non voglio raccontarvi troppo perché il documentario è breve e finirei per dirvi già tutto, ma vi consiglio assolutamente di vederlo perché mette in luce un aspetto tanto trascurato quanto potente: grazie a questo progetto le donne non solo hanno potuto vivere con più comfort il ciclo mestruale, ma hanno anche scoperto le grandi potenzialità che erano in loro e possibilità che non credevano nemmeno esistessero.

Giulia

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